Domenica scorso ho corso per 18 km, avevo troppi sensi di colpa culinari :) e così mi sono alzata all'alba per evitare il caldo, ho infilato le scarpe e via.
Ho fatto fatica, molta fatica, TROPPA fatica.
Fra meno di tre mesi ci sarà la mezza di Bologna e a me sembra di peggiorare invece che migliorare.
Sono lenta, di più non riesco a correre e quando supero i 16 km inizia l'agonia... inizio a temere che il running non sia lo sport adatto a me.
Stasera ho un breve allenamento di un'ora in vista dei 20 km di sabato, ma solo a pensarci mi vengono i brividi...20 km...praticamente una mezza, ma senza l'adrenalina...argh.
Faccio sempre più fatica ad alzarmi presto per correre, oggi approfitto del brutto tempo per uscire la sera ma appena tornerà il sole non avrò alternative se non farmi una violenza infinita e scendere dal letto alle 05.30, con l'intera giornata poi da affrontare.
Senza dolore non c'è gloria, vero, ma quanto costa sta gloria....
mercoledì 26 giugno 2013
lunedì 24 giugno 2013
Back home
Rieccomi.
Dopo una settimana di vacanza con la V maiuscola, torno alla solita routine, gli occhi incartapecoriti, testa pesante, mille cose da fare, 372 mail da leggere e smaltire, la testa altrove.
Sono stati giorni sereni, di risate e coccole, di Ti Voglio Bene e Ti Amo, di sole, caldo, vento, colori e profumi, foto e nuove amicizie.
Ma anche di riflessioni profonde, di dialoghi finalmente senza fretta, di sguardi e abbracci pieni di calore.
Inizierò una terapia.
Non posso continuare con questi alti e bassi, con il terrore di ingrassare, con i pianti quando vedo un chilo in più e i sorrisoni quando ne vedo uno in meno, con la fobia del futuro, la voglia di un figlio ma la paura delle conseguenze, la totale assenza di serenità davanti ad un piatto di pasta, il terrore di non fare più sport e di ingrassare, il confronto con le altre sempre più magre, il rifiuto di inviti a cena...No, così non si può andare avanti,per me, per Ale e per Sara.
Ma da sola non riesco a trovare l'equilibrio, quindi mi farò aiutare "da uno bravo" e il solo averlo deciso mi rende più tranquilla e fiduciosa.
Ale è con me, manco a dirlo, mi tiene sempre per mano, una roccia che non molla mai.
Ce la faremo anche stavolta.
Dopo una settimana di vacanza con la V maiuscola, torno alla solita routine, gli occhi incartapecoriti, testa pesante, mille cose da fare, 372 mail da leggere e smaltire, la testa altrove.
Sono stati giorni sereni, di risate e coccole, di Ti Voglio Bene e Ti Amo, di sole, caldo, vento, colori e profumi, foto e nuove amicizie.
Ma anche di riflessioni profonde, di dialoghi finalmente senza fretta, di sguardi e abbracci pieni di calore.
Inizierò una terapia.
Non posso continuare con questi alti e bassi, con il terrore di ingrassare, con i pianti quando vedo un chilo in più e i sorrisoni quando ne vedo uno in meno, con la fobia del futuro, la voglia di un figlio ma la paura delle conseguenze, la totale assenza di serenità davanti ad un piatto di pasta, il terrore di non fare più sport e di ingrassare, il confronto con le altre sempre più magre, il rifiuto di inviti a cena...No, così non si può andare avanti,per me, per Ale e per Sara.
Ma da sola non riesco a trovare l'equilibrio, quindi mi farò aiutare "da uno bravo" e il solo averlo deciso mi rende più tranquilla e fiduciosa.
Ale è con me, manco a dirlo, mi tiene sempre per mano, una roccia che non molla mai.
Ce la faremo anche stavolta.
giovedì 13 giugno 2013
Il caffè fa male
Il titolo del post non c'entra nulla ma... Ora capirete.
Ieri è stata una di quelle giornate eterne, in cui i minuti diventano ore, i casini si moltiplicano e vince, inesorabilmente, l'entropia, dentro e fuori.
Verso metà pomeriggio, non potendone veramente più di mail che piovevano come a Novembre, telefonate continue da scaricare la batteria ogni ora e teste cotonate che si infilavano nel mio ufficio con motivazioni non ben definite, mi sono presa una pausa. E mi sono fatta un caffè.
Per berlo in santissimissima pace mi sono rifugiata sulla terrazza del nostro studio, che affaccia su un cortile interno su cui si danno, tra gli altri,alcuni appartamenti.
Mi sono seduta sul muretto della vetrata, ho chiuso gli occhi assaporando finalmente il sole caldo e il profumo del caffè, che pur essendo da macchinetta in caso di crisi è perfetto.
E l'ho sentito.
Prima indistinto, lontano, solo l'ombra di se stesso, ma poi sempre più chiaro e forte: il vagito disperato di un neonato. Omiodio. Eppure non mi pare di aver visto fiocchi e nastri sul portone dello stabile...o magari al mattino sono talmente accartocciata da non averli notati. Fatto sta che il bambino c'è, eccome! E piange. Piange come solo i neonati sanno fare. In quel modo insistente, con tonalità variabili ma sempre acute, iniziando con una U per finire con una E aperta sulle orecchie della povera madre. E me la sono vista quella mamma, andare avanti e indietro cercando di capire cosa cavolo passa per la testa di quel fagotto che tiene in braccio, stanca dal parto recente e dalle notti insonni, con i capelli spettinati, le occhiaie, in pigiama, che cerca di cullare il pargolo, cambiandogli posizione ogni secondo,cercando di ricordare, tra i fumi della stanchezza, quello che ha imparato al corso preparto.
Provo a capire da dove proviene il panto e individuo una finestrella dalla parte opposta del cortile, sembra una mansarda. La vedo aprirsi e di sfuggita noto un volto passare con appollaiato sulla spalla il fagotto di cui sopra, che nel frattempo non smette di piangere. E distinguo chiaramente la voce della madre che parla, pare, al telefono con qualcuno, che alza la voce per sovrastare il rumore che le impedisce di sentire i consigli di salvataggio del suo interlocutore (con chi parli? tua madre? o la tua amica che ha già tre figli?).
Sono rimasta in ascolto più di 5 minuti, 5 minuti in cui il bambino non ha smesso un secondo di urlare.
Mi è venuta la pelle d'oca ripensando a Sara che piangeva sempre così.
E avrei voluto scendere, attaversare il cortile e salire da lei, abbracciarla e sussurrarle che sarebbe passato tutto molto presto e che tra qualche mese non si sarebbe più ricordata di questi momenti. Avrei mentito insomma.
Io ricordo ogni singolo giorno di quei terrificanti 12 mesi, e ogni singola notte, 365 notti quasi del tutto in bianco. E sono passati otto anni ormai... Solo a scriverlo uno rischa la pazzia.
Come si fa a dimenticare e ricominicare da capo?
Comunque...il caffè ora lo bevo alla scrivania...
Ieri è stata una di quelle giornate eterne, in cui i minuti diventano ore, i casini si moltiplicano e vince, inesorabilmente, l'entropia, dentro e fuori.
Verso metà pomeriggio, non potendone veramente più di mail che piovevano come a Novembre, telefonate continue da scaricare la batteria ogni ora e teste cotonate che si infilavano nel mio ufficio con motivazioni non ben definite, mi sono presa una pausa. E mi sono fatta un caffè.
Per berlo in santissimissima pace mi sono rifugiata sulla terrazza del nostro studio, che affaccia su un cortile interno su cui si danno, tra gli altri,alcuni appartamenti.
Mi sono seduta sul muretto della vetrata, ho chiuso gli occhi assaporando finalmente il sole caldo e il profumo del caffè, che pur essendo da macchinetta in caso di crisi è perfetto.
E l'ho sentito.
Prima indistinto, lontano, solo l'ombra di se stesso, ma poi sempre più chiaro e forte: il vagito disperato di un neonato. Omiodio. Eppure non mi pare di aver visto fiocchi e nastri sul portone dello stabile...o magari al mattino sono talmente accartocciata da non averli notati. Fatto sta che il bambino c'è, eccome! E piange. Piange come solo i neonati sanno fare. In quel modo insistente, con tonalità variabili ma sempre acute, iniziando con una U per finire con una E aperta sulle orecchie della povera madre. E me la sono vista quella mamma, andare avanti e indietro cercando di capire cosa cavolo passa per la testa di quel fagotto che tiene in braccio, stanca dal parto recente e dalle notti insonni, con i capelli spettinati, le occhiaie, in pigiama, che cerca di cullare il pargolo, cambiandogli posizione ogni secondo,cercando di ricordare, tra i fumi della stanchezza, quello che ha imparato al corso preparto.
Provo a capire da dove proviene il panto e individuo una finestrella dalla parte opposta del cortile, sembra una mansarda. La vedo aprirsi e di sfuggita noto un volto passare con appollaiato sulla spalla il fagotto di cui sopra, che nel frattempo non smette di piangere. E distinguo chiaramente la voce della madre che parla, pare, al telefono con qualcuno, che alza la voce per sovrastare il rumore che le impedisce di sentire i consigli di salvataggio del suo interlocutore (con chi parli? tua madre? o la tua amica che ha già tre figli?).
Sono rimasta in ascolto più di 5 minuti, 5 minuti in cui il bambino non ha smesso un secondo di urlare.
Mi è venuta la pelle d'oca ripensando a Sara che piangeva sempre così.
E avrei voluto scendere, attaversare il cortile e salire da lei, abbracciarla e sussurrarle che sarebbe passato tutto molto presto e che tra qualche mese non si sarebbe più ricordata di questi momenti. Avrei mentito insomma.
Io ricordo ogni singolo giorno di quei terrificanti 12 mesi, e ogni singola notte, 365 notti quasi del tutto in bianco. E sono passati otto anni ormai... Solo a scriverlo uno rischa la pazzia.
Come si fa a dimenticare e ricominicare da capo?
Comunque...il caffè ora lo bevo alla scrivania...
mercoledì 12 giugno 2013
litigi
Stamttina io e Bilancia abbiamo avuto una discussione. Le ho detto che non può continuamente cambiare idea, mostrandomi numeri a caso, un giorno bassi, un giorno alti, il tutto senza alcun apparente motivo.
Quindi oggi mi sono seduta accanto a lei e le ho spiegato che mi sta rendendo la vita difficile, quasi un inferno.
Lei mi ha risposto che sono una cretina.
Fine della discussione.
Odio le Bilance quando si arrabbiano.
La verità è che non ci farò mai pace, nonostante tutto. Anche la razionalità non aiuta, non aiuta la tg 40 dei pantaloni, non aiuta vedere le costole che spuntano e nemmeno le anche che fanno capolino. Non aiuta nulla. Mi guardo e non mi piaccio. Vedo smagliature, rotoini, cellulite, e cerco di nascondermi, con abiti larghi, maglie lunghe.
Mi guardo allo specchio e mi ricordo che non peso più 98 kg, mi guardo e mi dico che sono una donna di 36 anni, alta più di 1.70 e che non posso aspirare a pesare 50 kg, non sarebbe sano. Ma guardo le altre magrissime con una punta di invidia e mi deprimo.
Oggi giornata no.
Domani passerà.
Sono molto amata, per fortuna. E ancora per fortuna sto imparando a fare i conti con i miei demoni, solo che ci sono giornate in cui sono più rumorosi del solito....
Quindi oggi mi sono seduta accanto a lei e le ho spiegato che mi sta rendendo la vita difficile, quasi un inferno.
Lei mi ha risposto che sono una cretina.
Fine della discussione.
Odio le Bilance quando si arrabbiano.
La verità è che non ci farò mai pace, nonostante tutto. Anche la razionalità non aiuta, non aiuta la tg 40 dei pantaloni, non aiuta vedere le costole che spuntano e nemmeno le anche che fanno capolino. Non aiuta nulla. Mi guardo e non mi piaccio. Vedo smagliature, rotoini, cellulite, e cerco di nascondermi, con abiti larghi, maglie lunghe.
Mi guardo allo specchio e mi ricordo che non peso più 98 kg, mi guardo e mi dico che sono una donna di 36 anni, alta più di 1.70 e che non posso aspirare a pesare 50 kg, non sarebbe sano. Ma guardo le altre magrissime con una punta di invidia e mi deprimo.
Oggi giornata no.
Domani passerà.
Sono molto amata, per fortuna. E ancora per fortuna sto imparando a fare i conti con i miei demoni, solo che ci sono giornate in cui sono più rumorosi del solito....
martedì 11 giugno 2013
Cuori
Ieri sera, nonostante fosse lunedì, nonostante le occhiaie, il sonno, la stanchezza e i sempre mille impegni, io ed Elena ci siamo ricavate un momento finalmente per noi.
Roma chiama Vicenza.
Questa storia potrebbe iniziare così, c'erano una volta una Romana che vive a Bologna e una Vicentina che si incontrarono a Padova...
Non è stato strano toccarla con mano, in tutti questi anni le nostre anime hanno comunicato attaverso la tastiera di PC, Iphone, Ipad e affini, guardarla negli occhi è stato solo il tocco finale, sentire la sua voce raccontare ciò che di solito leggevo una carezza in più in un mare di coccole.
E' stato bello. Forte. Come se non avessimo fatto altro da anni.
Raccontare
Ascoltare
Ridere
Trovarsi
Le difficoltà che troviamo lungo il cammino hanno sempre un lato positivo, ieri sera ne ho avuto la prova. Da un periodo nero ne è uscito un momento di luce e calore, ho abbracciato una persona bellissima, normalissima ed eccezionale, mi sono ritrovata nelle paure, nei dubbi, nella comicità di certe situazioni.
Stamattina mentre correvo guardando l'alba ho pensato a lei, a me, a noi e a come centinaia di km di distanza non impediscano a due persone di percorrere strade simili e di riuscire anche a farle incrociare.
Amo la Vita quando mi regala questo.
Roma chiama Vicenza.
Questa storia potrebbe iniziare così, c'erano una volta una Romana che vive a Bologna e una Vicentina che si incontrarono a Padova...
Non è stato strano toccarla con mano, in tutti questi anni le nostre anime hanno comunicato attaverso la tastiera di PC, Iphone, Ipad e affini, guardarla negli occhi è stato solo il tocco finale, sentire la sua voce raccontare ciò che di solito leggevo una carezza in più in un mare di coccole.
E' stato bello. Forte. Come se non avessimo fatto altro da anni.
Raccontare
Ascoltare
Ridere
Trovarsi
Le difficoltà che troviamo lungo il cammino hanno sempre un lato positivo, ieri sera ne ho avuto la prova. Da un periodo nero ne è uscito un momento di luce e calore, ho abbracciato una persona bellissima, normalissima ed eccezionale, mi sono ritrovata nelle paure, nei dubbi, nella comicità di certe situazioni.
Stamattina mentre correvo guardando l'alba ho pensato a lei, a me, a noi e a come centinaia di km di distanza non impediscano a due persone di percorrere strade simili e di riuscire anche a farle incrociare.
Amo la Vita quando mi regala questo.
lunedì 10 giugno 2013
Sopresa!
Sabato, con quasi un mese di ritardo, abbiamo festeggiato il compleanno di Sara. Con tutto il trambusto dell'infarto del suo papà la tradizionale festa era passata in secondo piano, proprio per questo ho voluto organizzarle qualcosa di speciale.
Ho contattato in gran segreto le mamme delle sue compagne di classe e messo in piedi la sua prima festa a sorpresa!
E' stata una faticaccia, pensare non solo al cibo, ma anche ai festoni e ai giochi per intrattenere un manipolo di piccole pesti di 8 anni. Sul tavolo in giardino c'erano il dash, i colori a tempera, i gessi, il sale e i trucchi per bambini.
La giornata è iniziata alle 06.00, sveglia, 15 km di corsa, colazione e via ai preparativi.
Addobba casa, prepara i tavoli del buffet e dei giochi, corri a prendere la stupendissima torta.
Alle 16.00 avevo la casa invasa da principesse urlanti e la festeggiata in arrivo. Tutte nascoste, shhhhh mi raccomando saltate fuori solo quando ve lo dico io...1, 2, 3 SORPRESA!!! Occhi sbarrati, fiato corto, sguardo incredulo che va da me a loro...mamma.....ma mi avevi detto che era giovedì (le bugie dette per amore :) ), lacrimoni di mamma e battiti di mani.
Da li in poi è stato un vero e proprio delirio!
Ma ne è valsa la pena.
I suoi occhi colmi di tupore mi hanno ripagato di tutto, con gli interessi.
Renderla felice è stato il regalo più grande che potessi fare a me stessa.
A volte mi chiedo perchè ho così tanta paura di rifare questi passi con un altro figlio...
Ho contattato in gran segreto le mamme delle sue compagne di classe e messo in piedi la sua prima festa a sorpresa!
E' stata una faticaccia, pensare non solo al cibo, ma anche ai festoni e ai giochi per intrattenere un manipolo di piccole pesti di 8 anni. Sul tavolo in giardino c'erano il dash, i colori a tempera, i gessi, il sale e i trucchi per bambini.
La giornata è iniziata alle 06.00, sveglia, 15 km di corsa, colazione e via ai preparativi.
Addobba casa, prepara i tavoli del buffet e dei giochi, corri a prendere la stupendissima torta.
Alle 16.00 avevo la casa invasa da principesse urlanti e la festeggiata in arrivo. Tutte nascoste, shhhhh mi raccomando saltate fuori solo quando ve lo dico io...1, 2, 3 SORPRESA!!! Occhi sbarrati, fiato corto, sguardo incredulo che va da me a loro...mamma.....ma mi avevi detto che era giovedì (le bugie dette per amore :) ), lacrimoni di mamma e battiti di mani.
Da li in poi è stato un vero e proprio delirio!
Ma ne è valsa la pena.
I suoi occhi colmi di tupore mi hanno ripagato di tutto, con gli interessi.
Renderla felice è stato il regalo più grande che potessi fare a me stessa.
A volte mi chiedo perchè ho così tanta paura di rifare questi passi con un altro figlio...
martedì 4 giugno 2013
Bologna
Ho prenotato l'albergo per la mezza di Bologna a Settembre. Lo so che sono un filino in anticipo ma mi servono stimoli per affrontare l'allenamento che mi aspetta. Avrei fatto anche l'iscrizione alla gara se non dovessi aspettare la conferma di due colleghi.
E quindi, salvo catastrofi, è ufficiale, partecipero alla Run Tune Up.
Il programma è ambizioso, devo migliorare di almeno 10 minuti il tempo di Alassio e visto che si avvicinano i mesi caldi saranno molte le alzatacceche che dovrò fare.
Ma sono carica e pronta e l'aver prenotato segna un punto fisso da seguire, l'iscrizione lo farà poi diventare la meta da raggiungere.
Sono strana lo so, ma se non ho una direzione in cui guardare mi perdo, mi prende lo sconforto, la stanchezza e rischio di mollare. Così invece so che devo arrivare li e il resto non conta.
Ci saranno, nelle prossime settimane momenti davvero duri, giornate d'inferno, muscoli doloranti e tanta stanchezza, ma vale tutto quei 10 secondi in cui tagli il traguardo
è li che sta la vera droga
non nel masochistico soffrire della gara
ma per quesi 10 secondi in cui ti senti il re del mondo, invincibile.
Il desiderio di riprovare quell'emozione è il più forte dei dopanti per me.
Quando corro e sono stanca lascio che la mente torni ad Alassio, a come mi sono sentita quando ho visto la fine e da li attingo le energie fisiche e mentali per continuare. E' una scuola di vita, la Corsa, ti insegna a non mollare mai, a fare i conti con i tuoi limiti, veri o presunti che siano, a cercare di superarli, ti da disciplina e regole da seguire, ti aiuta ad ubbidire a te stesso senza farti sconti, perchè ogni riduzione della "pena" significa un risultato in meno raggiunto.
Il timer è partito, incrociate le dita!
E quindi, salvo catastrofi, è ufficiale, partecipero alla Run Tune Up.
Il programma è ambizioso, devo migliorare di almeno 10 minuti il tempo di Alassio e visto che si avvicinano i mesi caldi saranno molte le alzatacceche che dovrò fare.
Ma sono carica e pronta e l'aver prenotato segna un punto fisso da seguire, l'iscrizione lo farà poi diventare la meta da raggiungere.
Sono strana lo so, ma se non ho una direzione in cui guardare mi perdo, mi prende lo sconforto, la stanchezza e rischio di mollare. Così invece so che devo arrivare li e il resto non conta.
Ci saranno, nelle prossime settimane momenti davvero duri, giornate d'inferno, muscoli doloranti e tanta stanchezza, ma vale tutto quei 10 secondi in cui tagli il traguardo
è li che sta la vera droga
non nel masochistico soffrire della gara
ma per quesi 10 secondi in cui ti senti il re del mondo, invincibile.
Il desiderio di riprovare quell'emozione è il più forte dei dopanti per me.
Quando corro e sono stanca lascio che la mente torni ad Alassio, a come mi sono sentita quando ho visto la fine e da li attingo le energie fisiche e mentali per continuare. E' una scuola di vita, la Corsa, ti insegna a non mollare mai, a fare i conti con i tuoi limiti, veri o presunti che siano, a cercare di superarli, ti da disciplina e regole da seguire, ti aiuta ad ubbidire a te stesso senza farti sconti, perchè ogni riduzione della "pena" significa un risultato in meno raggiunto.
Il timer è partito, incrociate le dita!
lunedì 3 giugno 2013
Respiri
Sabato è terminata la mia settimana di scarico. Mi sono svegliata prestissimo con il pensiero felice che sarei uscita a correre.
Ale dormiva ancora, l'ho lasciato al calduccio, sono scesa in cucina e ho fatto colazione, che io non sono una di quelle fighe che partono a stomaco vuoto!
Poi, in attesa della digestione, ho sistemato casa, un occhio sempre all'orologio, contando i minuti che mi separavano dalle due ore e mezza che mi avrebbero impedito di fare un blocco digestivo, lavatrice, spolvera, prepara i pantaloni e la maglia, controlla le scarpe, sistema cane e coniglio, fai il letto, apri le finestre, che ore sono? SI parte!
Non sapevo bene che giro fare, avevo solo una gran voglia di faticare, quasi un formicolio alle gambe. I primi passi sono stati ovviamente un po' pesanti, ma dopo 5 minuti viaggiavo a velocità di crociera, ringraziondo, per una volta, le nuvole che impedivano al sole delle 09.00 di farmi sudare troppo, godendo delle strade non trafficate del sabato mattina, 2,3,5 km...arrivo sotto i colli, dritta la pista ciclable a destra la lunga salita che porta al santuario di Monte Berico e alla dorsale dei Colli Berici. Ovviamente giro e salgo, non sento QUASI la fatica, tanta è la gioia di muovere le gambe senza più dolore, salgo, in alcuni tratti particolarmente ripidi arranco un po', ma dopo meno di un quarto d'ora arrivo al Santuario, veloce stop alla fontana e via di nuovo, su e giù per la Dorsale, brusche salite e lievi discese, sempre più su, sempre leggera. senza rendermente conto arrivo ad Arcugnano e mi dico che forse è il caso di scendere, inizio a sentire i muscoli affaticati, prendo la discesa e giù come il vento, liberissima e sorridente. Rientro al parcheggio con 15 km alle spalle e tanta gioia nel cuore.
Ecco, ora può iniziare la mia giornata.
Ale dormiva ancora, l'ho lasciato al calduccio, sono scesa in cucina e ho fatto colazione, che io non sono una di quelle fighe che partono a stomaco vuoto!
Poi, in attesa della digestione, ho sistemato casa, un occhio sempre all'orologio, contando i minuti che mi separavano dalle due ore e mezza che mi avrebbero impedito di fare un blocco digestivo, lavatrice, spolvera, prepara i pantaloni e la maglia, controlla le scarpe, sistema cane e coniglio, fai il letto, apri le finestre, che ore sono? SI parte!
Non sapevo bene che giro fare, avevo solo una gran voglia di faticare, quasi un formicolio alle gambe. I primi passi sono stati ovviamente un po' pesanti, ma dopo 5 minuti viaggiavo a velocità di crociera, ringraziondo, per una volta, le nuvole che impedivano al sole delle 09.00 di farmi sudare troppo, godendo delle strade non trafficate del sabato mattina, 2,3,5 km...arrivo sotto i colli, dritta la pista ciclable a destra la lunga salita che porta al santuario di Monte Berico e alla dorsale dei Colli Berici. Ovviamente giro e salgo, non sento QUASI la fatica, tanta è la gioia di muovere le gambe senza più dolore, salgo, in alcuni tratti particolarmente ripidi arranco un po', ma dopo meno di un quarto d'ora arrivo al Santuario, veloce stop alla fontana e via di nuovo, su e giù per la Dorsale, brusche salite e lievi discese, sempre più su, sempre leggera. senza rendermente conto arrivo ad Arcugnano e mi dico che forse è il caso di scendere, inizio a sentire i muscoli affaticati, prendo la discesa e giù come il vento, liberissima e sorridente. Rientro al parcheggio con 15 km alle spalle e tanta gioia nel cuore.
Ecco, ora può iniziare la mia giornata.
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