Stamattina Michele mi ha consegnato la nuova tabella per la mezza di Bologna.
Emozione, paura, curiosità.
E dubbi.
Ce la farò a star dietro a sta sorbola di allenamenti?? E soprattutto, avrò la forza di volontà per reggere i ritmi pseudo-massacranti a cui mi sottoporrò?
Sono previsti, oltre alle solite e da me adorate ripetute, anche molti lunghi, uno di 22 km...cioè...VENTIDUECHILOMETRI...
Non lo so, sono ancora stordita e preoccupata, ma credo che l'unica cosa da fare sia affrontare un giorno alla volta, un allenamento alla volta, senza pensare a cosa mi aspetterà domani o sabato prossimo, semplicemente infilandomi le scarpe e correndo.
E iniziamo ad incrociare le dita.
giovedì 25 luglio 2013
mercoledì 17 luglio 2013
il Running(non)mente
Sabato ho avuto un piccolo collasso. Correndo. Un'esperienza che spero nessuno di voi provi!
Al 9 km dei 15 previsti mi si è annebbiata la vista, schizzati i battini a 200 e ceduto le gambe come gelati in microonde. Crollata miseramente sulla pista ciclabile. PUFFFFF
A fatica sono arrivata all'auto e poi a casa.
Ho dato la colpa al caldo, alla giornata no, alla stanchezza...insomma dopo un paio d'ore pensavo di stare bene e così via a fare giardinaggio, poi il pranzo e poi a Gardaland con tutta la family, fino alle 22.30...uscendo dal Parco Divertimenti mi sono resa conto di non sentire più le gambe, testa leggera e fatica a parlare.
Ma non facciamo drammi su su, una bella dormita risolve tutto.
Un par di balle! Domenica non mi sono alzata dal letto, non riuscivo a stare in piedi senza ondeggiare con vago senso di nausea annesso.
Ragiona Chiara, ragiona...cosa può essere successo? Brain storming con Michele, mio fedele allenatore, che, conoscendomi mi fa due domande: cos'hai mangiato ieri mattina? Mi mandi il tuo diario alimetare della settimana?
Oporcocazz..(ehm...acciderbolina)
Sono una cogliona.
Zero carboidrati da una settimana e pensavo di fare la splendida.
La Corsa non mente e non fa sconti, se ci sei vai, altrimenti ti fermi. Semplice e lineare.
Ora sono in fase di recupero, lentamente ma mi sto riprendendo, ieri mattina l'allenamento è stato dignitoso, anche se non eccellente.
Memento, semper
Al 9 km dei 15 previsti mi si è annebbiata la vista, schizzati i battini a 200 e ceduto le gambe come gelati in microonde. Crollata miseramente sulla pista ciclabile. PUFFFFF
A fatica sono arrivata all'auto e poi a casa.
Ho dato la colpa al caldo, alla giornata no, alla stanchezza...insomma dopo un paio d'ore pensavo di stare bene e così via a fare giardinaggio, poi il pranzo e poi a Gardaland con tutta la family, fino alle 22.30...uscendo dal Parco Divertimenti mi sono resa conto di non sentire più le gambe, testa leggera e fatica a parlare.
Ma non facciamo drammi su su, una bella dormita risolve tutto.
Un par di balle! Domenica non mi sono alzata dal letto, non riuscivo a stare in piedi senza ondeggiare con vago senso di nausea annesso.
Ragiona Chiara, ragiona...cosa può essere successo? Brain storming con Michele, mio fedele allenatore, che, conoscendomi mi fa due domande: cos'hai mangiato ieri mattina? Mi mandi il tuo diario alimetare della settimana?
Oporcocazz..(ehm...acciderbolina)
Sono una cogliona.
Zero carboidrati da una settimana e pensavo di fare la splendida.
La Corsa non mente e non fa sconti, se ci sei vai, altrimenti ti fermi. Semplice e lineare.
Ora sono in fase di recupero, lentamente ma mi sto riprendendo, ieri mattina l'allenamento è stato dignitoso, anche se non eccellente.
Memento, semper
giovedì 11 luglio 2013
Vent'anni fa
Siamo tornati indietro al 1993.
Quando ero innamorata di lui ma lui non lo sapeva, quando ero troppo piccola per essere notata da quel tastierista così bello e gentile, quando i venerdì sera si passavano a provare con il Coro, quando organizzavamo concerti in provincia e fuori, quando c'era ancora Don Giuseppe a farmi credere che la Chiesa era una cosa "buona e giusta".
Sospiravo durante le due ore di gorgheggi, sospiravo e lo guardavo, le amiche mi prendevano in giro e mi dicevano di lasciar perdere che tanto Ale aveva una ragazza bella e ricca, che 5 anni sono troppi e non mi avrebbe mai notato.
Vent'anni dopo Don Giuseppe ci ha lasciato, non penso più che la Chiesa sia Buona e Giusta, Ale è il mio Tutto e il coro si è sciolto da almeno un decennio .
Fino a ieri sera.
"Il Don" era molto più di un prete, era uno di noi, un amico, un compagno di viaggio. E così lo vogliamo ricordare, riunendoci ancora una volta per cantare per lui, per ricordarlo con i suoi sorrisi e le battute, per il suo entusiasmo e la la sua fede, così forte da far quasi invidia.
Ancora una volta Karis.
Tutto da organizzare, cinquanta persone da contattare, musiche da provare, testi da ripassare, doppie voci da rivedere. E ieri sera, in taverna a casa nostra ci siamo ritrovati NOI, lo zoccolo duro, quelli che non si sono mai persi e che hanno fatto di quell'esperienza un'amicizia eterna.
E stavolta io ero con lui, tra le battute di tutti, con l'abbraccio di Alessia e il sorriso di Michela che hanno raccolto le mie confidenze di sedicenne.
Ancora una volta noi, vent'anni dopo. Sarà bellissimo
Quando ero innamorata di lui ma lui non lo sapeva, quando ero troppo piccola per essere notata da quel tastierista così bello e gentile, quando i venerdì sera si passavano a provare con il Coro, quando organizzavamo concerti in provincia e fuori, quando c'era ancora Don Giuseppe a farmi credere che la Chiesa era una cosa "buona e giusta".
Sospiravo durante le due ore di gorgheggi, sospiravo e lo guardavo, le amiche mi prendevano in giro e mi dicevano di lasciar perdere che tanto Ale aveva una ragazza bella e ricca, che 5 anni sono troppi e non mi avrebbe mai notato.
Vent'anni dopo Don Giuseppe ci ha lasciato, non penso più che la Chiesa sia Buona e Giusta, Ale è il mio Tutto e il coro si è sciolto da almeno un decennio .
Fino a ieri sera.
"Il Don" era molto più di un prete, era uno di noi, un amico, un compagno di viaggio. E così lo vogliamo ricordare, riunendoci ancora una volta per cantare per lui, per ricordarlo con i suoi sorrisi e le battute, per il suo entusiasmo e la la sua fede, così forte da far quasi invidia.
Ancora una volta Karis.
Tutto da organizzare, cinquanta persone da contattare, musiche da provare, testi da ripassare, doppie voci da rivedere. E ieri sera, in taverna a casa nostra ci siamo ritrovati NOI, lo zoccolo duro, quelli che non si sono mai persi e che hanno fatto di quell'esperienza un'amicizia eterna.
E stavolta io ero con lui, tra le battute di tutti, con l'abbraccio di Alessia e il sorriso di Michela che hanno raccolto le mie confidenze di sedicenne.
Ancora una volta noi, vent'anni dopo. Sarà bellissimo
lunedì 8 luglio 2013
Family
Ieri ho passato la giornata in cucina e chi mi conosce sa quanto sia straordinario questo evento. Ho sfornato perfino il pane!
Per cena attendevo la mia famiglia, mia sorella e i miei genitori per capirci, lascio immaginare la tensione che si è respirata fin dalle prime ore di ieri.
Poi sono arrivati, si sono seduti, le chiacchere hanno inziato a fluire e anche mia madre ha buttato li due o tre parole, evento altrettanto eccezzionale, quasi quanto la ME in cucina.
Sara ci ha sorpresi tutti creando con il pongo il disegno della sua famiglia sulla porta della cameretta: lei, io, Ale e il suo papà. Temevo che mia madre facesse un infarto, ma fortunatamente ha retto bene, credo.
Ma stamattina avevo bisogno di correre. La tensione accumulata ieri doveva essere gettata fuori e così, incurante del fatto che stasera ho l'affiancamento istruttori Spinning, mi sono catapultata fuori dal letto alle 05.30 e alle sei stavo già sudando. Si perchè oggi fa un caldo becco!
E io ho tirato.
Non tantissimo ma il giusto per farmi venire una bella emicrania che ora sto tenendo a bada con un paio di moment bevuti insieme al caffè.
Detesto alzarmi presto prorpio perchè poi nel pomeriggio la pago carissima.
E stasera devo pure stirare.
Avevo inziato questo post pensando di raccontare che ieri sera è stato bello e che è confortante intravedere ancora una famiglia in loro. Ma non l'ho fatto. Forse perchè sono stanca o forse perchè, come per Sara, la mia famiglia adesso è un'altra.
Per cena attendevo la mia famiglia, mia sorella e i miei genitori per capirci, lascio immaginare la tensione che si è respirata fin dalle prime ore di ieri.
Poi sono arrivati, si sono seduti, le chiacchere hanno inziato a fluire e anche mia madre ha buttato li due o tre parole, evento altrettanto eccezzionale, quasi quanto la ME in cucina.
Sara ci ha sorpresi tutti creando con il pongo il disegno della sua famiglia sulla porta della cameretta: lei, io, Ale e il suo papà. Temevo che mia madre facesse un infarto, ma fortunatamente ha retto bene, credo.
Ma stamattina avevo bisogno di correre. La tensione accumulata ieri doveva essere gettata fuori e così, incurante del fatto che stasera ho l'affiancamento istruttori Spinning, mi sono catapultata fuori dal letto alle 05.30 e alle sei stavo già sudando. Si perchè oggi fa un caldo becco!
E io ho tirato.
Non tantissimo ma il giusto per farmi venire una bella emicrania che ora sto tenendo a bada con un paio di moment bevuti insieme al caffè.
Detesto alzarmi presto prorpio perchè poi nel pomeriggio la pago carissima.
E stasera devo pure stirare.
Avevo inziato questo post pensando di raccontare che ieri sera è stato bello e che è confortante intravedere ancora una famiglia in loro. Ma non l'ho fatto. Forse perchè sono stanca o forse perchè, come per Sara, la mia famiglia adesso è un'altra.
martedì 2 luglio 2013
Phototime
Stasera esco a far foto.
Il gruppo di amici formatosi con i vari corsi ha organizzato questo sorta di Laboratorio Itinerante, una buona scusa per ritrovarci, reflex alla mano, e cercare posti strani e suggestivi da immortalare.
La Fotografia certi giorni mi salva. Mi stacca dal quotidiano, frappone fra me e la realtà una macchina e mi eprmette di vedere e interpretare ciò che voglio e come voglio.
Posso decidere di cercare l'essenza di ciò che vivo o di stravolgere le regole della fisica.
Soprattutto in brutte giornate la mia Reffy mi fa compagnia e mi aiuta, mi fa anche arrabbiare a volte perchè non esegue alla lettera ciò che vorrei facesse ma le voglio bene.
Fare foto è un po' come correre, ti puoi estraniare, concentrare su un particolare o sul totale, fare in fretta o soffermarti, ma devi sempre essere saldo nella presa, sicuro di ciò che vuoi e determinato nell'ottenerlo.
Stasera ho bisogno di uscire da me, e di allungare lo sguardo oltre ciò che vedo.
So che non resterò delusa
Il gruppo di amici formatosi con i vari corsi ha organizzato questo sorta di Laboratorio Itinerante, una buona scusa per ritrovarci, reflex alla mano, e cercare posti strani e suggestivi da immortalare.
La Fotografia certi giorni mi salva. Mi stacca dal quotidiano, frappone fra me e la realtà una macchina e mi eprmette di vedere e interpretare ciò che voglio e come voglio.
Posso decidere di cercare l'essenza di ciò che vivo o di stravolgere le regole della fisica.
Soprattutto in brutte giornate la mia Reffy mi fa compagnia e mi aiuta, mi fa anche arrabbiare a volte perchè non esegue alla lettera ciò che vorrei facesse ma le voglio bene.
Fare foto è un po' come correre, ti puoi estraniare, concentrare su un particolare o sul totale, fare in fretta o soffermarti, ma devi sempre essere saldo nella presa, sicuro di ciò che vuoi e determinato nell'ottenerlo.
Stasera ho bisogno di uscire da me, e di allungare lo sguardo oltre ciò che vedo.
So che non resterò delusa
lunedì 1 luglio 2013
Nuove strade
Ieri finalmente è iniziato il percorso di Certificazione per
Istruttore Spinning.
E’ il primo passo nella mia nuova vita, nell’inseguimento dei miei sogni, verso lo sconvolgimento della mia quotidianità.
E’ il primo passo nella mia nuova vita, nell’inseguimento dei miei sogni, verso lo sconvolgimento della mia quotidianità.
So che sarà un percorso lungo, questo corso è solo il primo,
minuscolo, tassello di ciò che mi aspetta, ma l’aver finalmente iniziato mi ha
dato la carica, mi ha fatto intravedere una strada che forse non è così
impossibile, che sarà dura ma che, da ciò che riesco a percepire, mi piacerà e
mi rappresenterà.
Fra un mese dovrò anche concludere l’iscrizione all’università,
e forse questo mi spaventa di più. Fino a quando non avrò la possibilità di
lavorare meno ore al giorno, e cioè fino a quando una palestra non deciderà di
investire su di me, sarà veramente difficile continuare come ora.
Il mio attuale lavoro prevede 9 ore al giorno, 8 persone da
coordinare, mille problemi da risolvere, decisioni da prendere, responsabilità
da gestire. C’è un ufficio da mandare avanti, viaggi da fare e riunioni da
preparare. E dalle 18.00 in poi mia figlia, Ale, la casa e lo studio…e non in
questo ordine temo.
La mia paura è di non reggere, di non riuscire a togliere
ancora tempo alla mia famiglia, anche se so che questa strada è stata decisa
anche per loro, per avere più tempo ed essere più serena, in prospettiva.
E poi ci sono i progetti “famigliari”, la terapia che inizierà
a Luglio, nuovi equilibri da trovare…
Mi chiedo in che razza di guaio mi sto cacciando…
Ma la seconda domanda è: se non ora, quando?
Ho 36 anni e forse questa è l’ultima occasione che ho per deviare
finalmente da questa vita che ho messo in piedi e distrutto e rimesso in piedi già
un’altra volta negli ultimi 5 anni, ma a quella ristrutturazione mancava ancora
qualcosa, come le coppie di sposi che si costruiscono la casa e per risparmiare
soldi lasciano il portico al grezzo, la taverna senza pavimento e il
giardino incolto. Arriva un momento in
cui tutto deve essere sistemato, per dare un senso di CASA definitivo, per
piantare le proprie radici ancora più a fondo, per chiudere un cerchio e
riaprirne un altro.
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